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Cosa vedere a New York in una settimana? Un itinerario dettagliato di 7 giorni per visitare New York per la prima volta.

Per me in realtà questo viaggio a New York di agosto 2023 non è stato il primo nella grande mela, ma dalla prima volta è passato così tanto tempo che è come se lo fosse. Dal 2008 sono cambiate così tante cose che New York è una città nuova e in più i miei ricordi erano quasi del tutto svaniti.

Ovviamente l’itinerario che qui vi propongo è frutto delle mie esigenze e dei miei gusti – ad esempio in questo itinerario di una settimana a New York fra tutti i musei che ci sono, io ho scelto di visitare solo il Moma; se voi desideraste inserire altri musei considerate che portano via molto tempo (e soldi!). Per avere un assaggio di ciò che di meglio la città ha da offrire vi consiglio anche un tour dei quartieri di New York che offre Civitatis.

Quali sono le cose da vedere a New York che ho inserito nel mio itinerario?

Ecco il mio itinerario a New York di una settimana:

New York in 7 giorni

Da tenere in considerazione che effettivamente i miei giorni a disposizione sono stati 8, ma li considero come 7 perché due sono in realtà mezze giornate (a causa dei voli). Un tempo, secondo me, sufficiente e ideale per visitare New York quel tanto che basta per riuscire a fare anche qualcosa di più insolito.

Primo giorno a New York: Brooklyn

L’itinerario che ho seguito per la prima mezza giornata a New York, visto che dormivo nella zona di Brooklyn, è stato proprio alla scoperta dei luoghi più famosi e iconici di questa zona.

L’itinerario a piedi è iniziato dalla fermata della metro Clark Street ed è proseguito per le stradine più caratteristiche di Brooklyn Heights: un quartiere oggi molto elegante caratterizzato da palazzi e abitazioni in brownstone con affacci incredibili su Manhattan. Fra le strade che potete percorrere ci sono Orange Street, Willlow Street (al nr. 70 trovate la casa di Truman Capote), Montague Terrace e Hicks Street.

Vi troverete poi a costeggiare il fiume nell’ambito della Brooklyn Heights Promenade (che si conclude a Brooklyn Bridge Park con il famoso Jane’s Carousel): una passeggiata di circa 500 metri con vista su Lower Manhattan.

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Arrivate così all’iconico Ponte di Brooklyn che a questo punto potete attraversare per arrivare a Manhattan oppure fare come me e percorrerne solo un tratto per rimanere nella zona di Brooklyn. Dopo esserci scattati qualche foto siamo scesi nuovamente e abbiamo raggiunto l’incrocio tra Front Street e Washington Street dal quale si ha una vista speciale sul Manhattan Bridge. Una panorama famoso che è stato immortalato sulla copertina di C’era una volta in America e che fa da sfondo ad alcune scene del film. Qui vi trovate nella cosiddetta zona di Dumbo (Down Under Manhattan Bridge Overpass): ormai un must da vedere a New York!

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Se volete proseguire la passeggiata lungo l’East River passate sotto il Manhattan Bridge e continuate fino al John Street Park; quello che su maps è indicato come Manhattan Bridge Lookout è un punto bellissimo per scattare foto. Noi questa passeggiata l’abbiamo fatto di sera ed è veramente uno spettacolo!

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Ultima tappa della prima giornata a Brooklyn è stato il Time Out Market. Questo mercato, dove è possibile scegliere tra numerose alternative per cenare, si trova negli Empire Stores (testimonianza dell’antica anima industriale della zona). Al quinto piano del complesso, oltre a poter mangiare, potete salire gratuitamente per scattare foto dalla terrazza con vista sul Ponte di Brooklyn e su quello di Manhattan.

Secondo giorno a New York: Financial District, Chinatown, Little Italy, West Village

Il secondo giorno dei miei 7 giorni a New York è iniziato dal punto più a sud di Manhattan: il Battery Park. Se vi interessa, è da qui che partono i traghetti per Ellis Island e la Statua della Libertà.

Da qui abbiamo proseguito verso il Financial District e quindi:

  • Wall Street
  • il famoso toro simbolo della finanza newyorchese
  • la piccola statua della Fearless Girl
  • il New York Stock Exchange

A due passi e ad ingresso gratuito si trova anche la Trinity Church.

Proseguendo l’itinerario verso nord siamo arrivati nella zona del World Trade Center dove oggi sorgono:

  • 9/11 Memorial (le vasche esterne in ricordo delle vittime con le incisioni dei loro nomi)
  • il 9/11 Museum
  • la Freedom Tower che ospita il One World Observatory
  • l’Oculus di Calatrava (abbagliante struttura bianca che sovrasta il WTC Transportation Hub e che ospita un centro commerciale)
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Proseguendo ancora a piedi verso il nord di Manhattan abbiamo raggiunto Chinatown dove potete seguire un itinerario che percorre le principali strade e piazze che includono:

  • Chatham Square
  • Columbus Park
  • Mosco Street, Doyers Street, Mott Street, Canal Street, Bowery Street
  • Mahayana Temple: visitate gratuitamente questo tempio buddista e come a noi potrebbe capitarvi di imbattervi in una cerimonia!

Se passate da queste parti sull’ora di pranzo vi consiglio il piccolo e spartano Super Taste su Eldridge Street: più tipico non si può!

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A due passi da Chinatown, da vedere a New York c’è anche quel che è rimasto di Little Italy: lo storico quartiere italiano si è ridotto molto e si sviluppa principalmente su Mulberry Street. Purtroppo prevale un’immagine molto pacchiana e kitsch e di tradizionale mi sembra ci sia rimasto molto poco. Una delle cose che però si salva è l’antica Ferrara Cafe & Bakery (in attività dal 1882): certo non economica, ma provate una tradizionale cheesecake americana, non ve ne pentirete!

A nord di Little Italy si trova il quartiere appunto denominato NOHO (North of Little Italy), diventato presto una delle mie zone preferite di Manhattan: tornateci anche la sera per cena, il quartiere è pieno di giovani, locali e ristoranti. Prince Street è la strada principale che poi in realtà si interseca con la zona di Soho.

Alcuni indirizzi da segnarsi da queste parti:

  • cena al Café Gitane
  • pizza da Price Street Pizza al nr. 27
  • libri da McNally Jackson al 134 di Prince Street.

Proseguiamo poi per il West Village passando dall’iconico arco di Washington Square Park. Nel West e nel Greenwich Village potete semplicemente passeggiare, queste zone sono molto tranquille e caratterizzate da stradine acciottolate e cafè con tavolini all’aperto. Per me sono state meta essenzialmente per scattarmi una foto di fronte agli appartamenti di Rachel e Monica di Friends (incrocio tra Grove St. e Bedford St.) e quello di Carrie di Sex & the city (66 Perry Street).

Dopo aver cenato in appartamento, il dopo cena è stato dedicato alla prima visita di Times Square per vederla di notte: un caos assurdo che però merita di essere visto almeno una volta! Avendo la piazza una fermata della metro dalla quale passano tantissime linee siamo tornati qui una volta anche di giorno; non la troverete inserita in nessuna delle giornate perché era totalmente fuori zona rispetto agli itinerari descritti: abbiamo semplicemente preso la metro e ci siamo fermati per un giro di un’oretta alla fine di un pomeriggio.

Terzo giorno a New York: Midtown

Questo terzo giorno del mio viaggio a New York, al contrario del giorno precedente, è piuttosto concentrato come zona e chilometri percorsi.

Questa giornata è iniziata con una visita che mi ha portato via circa un’ora e trenta e che però non interesserà il 90% delle persone che mi leggono: The Friends Experience. Si tratta di un percorso/museo che vede la riproduzione dettagliata delle ambientazioni della mia sitcom del cuore: Friends, appunto. Qui sono stati riprodotti gli appartamenti di Monica e Rachel, quello di Chandler e Joey e il Central Perk; inoltre, il tutto è arricchito con curiosità, cimeli e oggetti dal set.

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A due passi potete vedere il Flatiron Building (che però al momento della mia visita era “impacchettato” causa lavori): famoso per la sua forma molto particolare che ricorda appunto quella di un ferro da stiro (la punta dell’edificio è larga solamente 2 metri!).

Proseguendo per la prima parte della celebre 5th Avenue si raggiunge il maestoso Empire State Building, sul quale è possibile salire per una delle più celebri viste panoramiche sulla città.

Sempre sulla 5th Avenue si trova l’entrata per la New York Public Library, una visita molto interessante che potete fare gratuitamente. L’edificio è imponente e molto bello e in alcuni orari della giornata è possibile partecipare a dei brevi tour guidati che includono la visita alla Rose Main Reading Room, altrimenti inaccessibile ai visitatori. Attualmente i tour si tengono:

  • Lunedì – Sabato: 10:30 AM, 1:30 PM e 3 PM
  • Domenica: 1:30 e 3 PM.

Mettetevi in fila al terzo piano una mezz’ora prima perché gli accessi avvengono solo per 25 persone alla volta e i posti si esauriscono velocemente.

L’edificio, inaugurato nel 1911, custodisce inoltre una copia originale della Dichiarazione di Indipendenza, una Bibbia di Gutenberg e pure gli originali peluche che hanno ispirato il creatore di Winnie the Pooh.

A due passi dalla biblioteca si trova quello che considero uno dei parchi più belli da vedere a New York: Bryant Park. Un’oasi verde nascosta tra i grattacieli: chioschi di caffè, tavolini a disposizione di tutti, un viale alberato, un grande prato che ospita concerti, proiezioni ed eventi, uno scorcio sulla vita della gente del posto che qui viene per godersi una pausa pranzo al fresco.

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Poco distante si trova uno dei simboli di Manhattan: il Chrysler Building, del quale al massimo però si può visitare l’atrio.

Subito dopo potete visitare la Grand Central Station: l’espressione “stazione ferroviaria” per descriverla è veramente riduttiva. Imponente, sfarzosa, iconica per essere apparsa in numerose serie tv e film, il pezzo forte della stazione è il grande atrio (Main Concourse) con i pavimenti in marmo rosa e il soffitto affrescato. Passate poi attraverso la Whispering Gallery che collega l’atrio con la Vanderbilt Hall: qui, se siete in compagnia, sussurrate girati verso il muro mettendovi alle colonne opposte e vi renderete conto che nonostante la lontananza, la voce bassa e la confusione che vi circonda riuscirete a sentire quello che la persona dall’altro lato sta dicendo! Scendete poi al piano inferiore per il Grand Central Market dove potete scegliere cosa mangiare tra numerose alternative.

Proprio dall’interno della Grand Central Station o direttamente dall’edificio antistante si può accedere a uno degli osservatori più recenti aperti in città: il SUMMIT One Vanderbilt. L’osservatorio potreste averlo visto in qualche foto e su Instagram per una delle sue caratteristiche più particolari: una sala piena di palle svolazzanti argentate. Ricordatevi però che se scegliete questo osservatorio la vista è sempre mediata dalle vetrate, anche nella terrazza esterna. Vi consiglio inoltre, se potete, di visitarlo al tramonto, soprattutto d’estate, perché la luce del sole qui è veramente accecante: all’entrata infatti forniscono anche degli occhiali usa e getta. Se devo essere sincera a me l’esperienza ha un po’ deluso: non tanto per la vista in sé che comunque merita, ma per il caos e tutto il “circo” che montano intorno all’esperienza. La sala con le sfere è molto più piccola di quello che sembra e in generale anche il resto delle sale; tutta la gente, il fatto che non ci siano spazi completamente aperti, le foto che quasi vi costringono a fare in determinati passaggi mettono un po’ in secondo piano quello che dovrebbe essere il focus della visita e cioè il panorama.

summit one vanderbilt

Come tutte le attrazioni e i musei di New York il biglietto è caro: quello base parte da $42 (+$10 per ingressi dalle 4:30 pm in poi). Anche in questo caso, se non avete un pass, potete sempre affidarvi a Civitatis per il biglietto singolo.

Quarto giorno a New York: Midtown, Central Park e crociera al tramonto

Il quarto giorno abbiamo iniziato il nostro itinerario sempre da Midtown ma nella parte più a nord. La prima tappa fotografica è stata fra il Radio City Music Hall e gli NBC Studios prima di raggiungere il cuore del Rockfeller Center: un grande complesso che custodisce l’osservatorio del Top of the Rock e lo spazio che d’inverno vede accendersi l’albero di Natale più famoso al mondo.

A due passi si trova la St. Patrick’s Cathedral, la più grande cattedrale cattolica d’America costruita durante la guerra di secessione; l’ingresso è gratuito.

In tarda mattina è stata la volta del MOMA, Museum of Modern Art. Ho scelto di visitare questo museo a New York perché secondo me qui ci sono dei pezzi imperdibili, tra i quali:

  1. Gli amanti di Magritte
  2. La persistenza della memoria di Dalì
  3. Notte stellata di Van Gogh
  4. Les demoiselles d’Avignon di Picasso
  5. Danza di Matisse
  6. Ninfee di Monet
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Una pausa pranzo curiosa da queste parti è quella che si nasconde anonima dietro una tenda del lussuoso Thompson Hotel: il Burger Joint. Un pub, dove mangiare hamburger, tappezzato di scritte, graffiti e adesivi proprio dove non te lo aspetteresti mai.

Prima di raggiungere Central Park potete fare una visita veloce all’ormai celebre Trump Tower: un suntuoso palazzo, residenza di Donald Trump quando si trova a New York, dove oggi hanno aperto anche un negozio di suoi souvenir e cimeli della presidenza. Lo visitai nel 2008 e ho ricordi leggermente diversi, mi è venuto il dubbio che dopo la sua presidenza un’ala sia stata chiusa al pubblico. Comunque, sempre un’ottima sosta per usufruire dei bagni!

È arrivato il momento di visitare Central Park! Ci siamo dedicati alla parte sud del parco e ai suoi luoghi più famosi, quindi una semplice passeggiata costeggiando il Sheep Meadow fino a raggiungere il Bow Bridge e la Bathesda Fountain. Da queste parti è possibile godere delle viste più famose e noleggiare le barchette per solcare le acque del lago.

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Successivamente abbiamo ripreso il percorso dirigendoci verso nord e uscendo dal lato del cosiddetto Upper West Side: da qui abbiamo raggiunto l’American Museum of Natural History che però chiude alle 17:30 nonostante ammetta gratuitamente dalle 16:30. Ne abbiamo approfittato quindi per fare una foto alla sala d’ingresso con lo scheletro di un enorme dinosauro!

Da qui abbiamo preso la metro e ci siamo diretti al Pier 83 per la Circle Line Harbor Lights Cruise: una crociera in traghetto alle luci del tramonto. La crociera parte alle 19 ma vi consiglio di essere lì per le 18: l’imbarco avviene già verso le 18:15 e così avrete modo di scegliervi i posti migliori ed essere sicuri che ci siano biglietti a sufficienza. Il biglietto, al solito, è caro (circa $50) ma per me ne è valsa assolutamente la pena. La crociera dura 2 ore, è contornata dal racconto di molte curiosità, costeggia Manhattan e permette di vedere bene New Jersey, Long Island e davvero da una distanza ravvicinatissima la Statua della Libertà.

crociera tramonto new york circle line
statua della libertà crociera al tramonto new york

Quinto giorno a New York: Brooklyn e Roosvelt Island

Questa giornata cadeva di sabato e quindi fra le cose da vedere a New York non volevo perdermi il mercatino delle pulci di Brooklyn che appunto si tiene nei weekend dalle 10 alle 17. Il Brooklyn Flea Market si trova al nr. 80 di Pearl Street (zona Dumbo) sotto un arco; da poco ha anche aperto lì vicino un “loft” con un mercatino al chiuso. Devo dire che data la celebrità del luogo mi aspettavo un po’ di più, il mercato è davvero piccolo, però ci sono delle cose interessanti e originali.

da vedere brooklyn flea market

Dopo aver raggiunto Manhattan percorrendo il Manhattan Bridge, siamo entrati – giusto perché ce lo siamo trovati davanti – da Bloomingdale’s sulla 59esima; il grande magazzino con le sue iconiche buste marroni di carta.

La meta successiva di questa giornata è stata la Roosvelt Tramway, cioè la funicolare che con un breve tragitto (incluso nell’abbonamento della metro) porta all’omonima isoletta che si trova sull’East River fra Manhattan e Long Island. Vi consiglio l’esperienza per fare a New York qualcosa di più originale e vedere la città da un punto di vista diverso; ma anche l’isola non è da meno, questa nasconde infatti una storia particolare e panorami di tutto rispetto in un parco per niente caotico. Nel corso del tempo l’isola è stata sede di una prigione e di un manicomio e in particolare la sua storia è legata alla cura di malattie come il vaiolo; qui infatti si possono ancora vedere i resti dello Smallpox Hospital. Proseguendo fino alla punta sud dell’isola si raggiunge poi il Freedom Park, un parco dedicato all’ex presidente FDR. Roosvelt fu colpito dalla poliomelite e durante la sua vita investì e patrocinò molte iniziative e fondazioni, anche sull’isola, per la cura di questa e altre malattie. L’isola stessa è stata ribattezzata così in suo onore nel 1973.

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Sesto giorno a New York: Harlem e Upper Manhattan

La domenica non poteva che prendere avvio con una messa! Un’esperienza da fare a New York che vi consiglio assolutamente, senza se e senza ma: assistere ad una messa gospel nel quartiere di Harlem. Scegliete una delle numerose chiese che ci sono nella zona (io sono stata alla Canaan Batipst Church, un’altra molto famosa è l’Abyssinian), mettetevi in fila almeno una mezz’ora prima, seguite le indicazioni, mettetevi comodi e fatevi coinvolgere dal buon umore e da una gran botta di energia. Le messe generalmente iniziano tra le 10 e le 10:30 e durano 2 ore. Durante la cerimonia, in teoria, sono vietate foto e video (io ne ho scattata una prima dell’inizio, ma molti visitatori sono stati spudorati nel trasgredire il divieto anche durante la messa senza che nessuno li redarguisse). Altro mito da sfatare: non è vero che è vietato alzarsi prima della fine, si può uscire anche prima basta farlo con un certo riguardo e in silenzio – la parte più bella della messa è nella prima ora e vi basterà per ascoltare i canti più famosi. Vedere una messa gospel a Harlem è un’esperienza che potete fare da soli oppure anche unendovi ad un tour guidato.

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Il percorso attraverso Harlem – il quartiere che storicamente ospita per lo più la comunità afroamericana – è proseguito per il piccolo ed etnico Shabazz Market e percorrendo Malcolm X Boulevard fino a svoltare sulla 125esima per arrivare al celebre Apollo Theatre: il più noto teatro per gli spettacoli di musicisti afroamericani. Davanti all’entrata c’è anche una sorta di Walk of Fame con delle targhe che celebrano i più famosi artisti che qui si sono esibiti.

Io me la sono dimenticata ma a Harlem si trova anche la Cattedrale di Saint John the Divine che ospita un trittico di Keith Haring.

Proseguendo molto a nord, costeggiando il Jackie Robinson Park, ho raggiunto Sylvan Terrace: “il primo tentativo di costruire in città abitazioni alla portata della classe operaia. La strada conserva inoltre le lampade a gas originali della fine del XIX secolo”. Di fronte a questa stradina che rappresenta un unicum a Manhattan si trova poi il Morris-Jumel Mansion Museum: la più antica villa dell’isola costruita nel 1765 e utilizzata come quartier generale da George Washington.

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Tornando verso sud ho fatto un giro nel quartiere di Hamilton Heights, una zona residenziale, più elegante e tranquilla rispetto al centro di Harlem. Se siete dei fan, al nr. 339 di Covent Avenue si trova la casa dei Tenenbaum!

Settimo giorno a New York: Hudson Yards e High Line

Tra le cose da vedere a New York se ne sono aggiunte alcune molto recentemente, tra questi c’è il complesso di Hudson Yards. Uno spazio prevalentemente commerciale che ospita un centro culturale (The Shed), negozi e ristoranti di alta fascia, spazi verdi e il The Vessel: una struttura di bronzo a forma di nido d’ape con scale che si intrecciano tra loro in un reticolato ipnotico. La costruzione è stata oggetto di numerose controversie che l’hanno costretta alla fine a chiudere il suo ingresso, almeno quello a piani superiori.

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Dalla zona di Hudson Yards parte la High Line, una delle cose da non perdere a New York. Si tratta di un percorso sopraelevato che segue le rotaie di una vecchia ferrovia e che oggi è stato riconvertito in un parco urbano pieno di arte e piante. Il parco, aperto dal 2009 e completato nel 2014, si snoda per circa 2,5 km fra il Meatpacking District e Chelsea.

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Dopo aver percorso per intero la High Line si scende ai piedi del Whitney Museum, museo di arte contemporanea, e all’altezza di Little Island. Quest’ultimo è un parco galleggiante (a ingresso gratuito) che si trova in corrispondenza del Pier 55; sulle acque dell’Hudson River il parco si snoda su 280 piloni su cui appoggiano 132 colonne di cemento a forma di tulipano!

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Ci troviamo adesso nel quartiere di Chelsea, il quartiere pieno di gallerie d’arte, caffè e librerie (fermatevi alla 192 Books!). Sicuramente tra le cose da vedere a New York rientra il Chelsea Market: l’ex fabbrica di biscotti Nabisco è stata trasformata in uno spazio a due piani che raccoglie numerosi negozi e una vasta offerta gastronomica. Detto questo, io non ci ho mangiato, sono scappata! Carino sicuramente, un must della città, ma il caos era veramente troppo per me. Piuttosto, in zona, per mangiare vi consiglio il pub The grey dog.

Percorrendo sempre le stradine del quartiere di Chelsea siamo tornati indietro verso Hudson Yards perché avevo acquistato l’ingresso al The Edge: un osservatorio futuristico – a 300 mt di altezza – con una terrazza triangolare, sospesa nel vuoto, ben visibile dall’esterno da vari punti di Manhattan. L’esperienza e la vista, a mio parere, sono stati migliori di quella del Summit. Il biglietto parte dai $36 ma oscilla leggermente a seconda dell’orario scelto per l’ingresso.

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Ottavo giorno a New York: Coney Island

Tra le cose da vedere a New York uscendo un po’ dai classici giri abbiamo scelto Coney Island. La piccola penisola è una celebre località di mare a sud di Brooklyn, famosa in particolar modo per il suo luna park e l’iconica Wonder Wheel – la ruota panoramica. Questa zona è l’ideale per trascorrere mezza giornata – appunto il tempo che ci era rimasto l’ultimo giorno – oppure per una serata. Se siete con dei bambini loro si divertiranno tantissimo a salire sulle giostre e mangiare dolci e caramelle ad ogni angolo; noi adulti invece abbiamo apprezzato quell’atmosfera da luogo rimasto fermo nel tempo. Tutto ha un’aria ancora molto rétro e anni ’60, quando in effetti il parco era veramente all’apice del suo successo.

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Il lungomare, l’acquario di New York e il parco di divertimenti si snodano tutti nel giro di poche centinaia di metri. Per mangiare un boccone la tappa più famosa è sicuramente Nathan’s con i suoi hot dog.


Siamo arrivati alla fine di questo itinerario a New York in una settimana, consapevole che la grande mela è sempre in evoluzione e non si smette mai di conoscerla!