Praga era nei miei Travel Dreams 2015 e anche in quelli di questo anno, e finalmente proprio fra pochi giorni (Marzo 2016) riuscirò a realizzare questo viaggio.
Praga è uno di quei luoghi che risvegliano la mia fantasia, il mio romanticismo e la voglia di esplorare nel vero senso della parola. Praga mi affascina, con i suoi alchimisti misteriosi, con il cielo di Keplero, dalle foto in bianco e nero di Sudek, con le casine colorate del Vicolo d’oro, con la sua storia fatta di silenzi, rivoluzioni e repressioni.
Così appena fissato il volo mi sono subito dedicata alla lettura di due libri che mi ispirassero ancora di più per questa meta, ancora di più di quanto potessero fare le immagini e i racconti di altri blogger.
Uno di questi libri l’ho scoperto per caso in biblioteca ed è “Ritratti di Praga” di John Banville, e l’altro me lo ricordavo da quando ero piccolina nella vasta libreria di mia mamma. Mi ricordavo di un autore con un cognome davvero strano, che mi aveva colpito, e solo anni dopo ricollegai di cosa si trattava. Ero sicura di averlo visto e allora sono andata ad aprire quell’armadietto in soffitta che non vedeva la luce da un bel po’, frugando…eccolo lì, non mi sbagliavo. Quel cognome tanto strano che mi ricordavo di aver letto era quello di Kafka, e il libro era “Il processo”.
“Ritratti di Praga” di John Banville
Nel libro “Ritratti di Praga” John Banville parla di tante Praghe. Quella da lui vissuta durante qualche visita, dei personaggi che hai incontrato e del particolare momento storico che essi stavano vivendo nel loro paese. Parla della Praga magica degli alchimisti, anche un po’ ciarlatani, del suo periodo d’oro, di Golem e dei famosi astronomi che lì hanno vissuto e esercitato la loro professione, della storia del fotografo più famoso di Praga Josef Sudek, citazioni e impressioni di Ripellino e la sua “Praga magica”, Seifert, ovviamente Kafka e tanti altri.
“A volte il Castello
e la sua cattedrale
hanno una nobiltà fosca
e pare sian costruiti di tristi pietre,
portate giù dalla Luna”
Jaroslav Seifert
Banville mi ha fatto scoprire cose che non sapevo su questa città e approfondire altre che conoscevo appena ma mi affascinavano, come piccoli frammenti della sua storia attraverso le vite di persone comuni, costrette a fare i conti con una realtà soffocante nella loro quotidianità durante il periodo più duro del regime comunista.
“Il Processo” di Kafka”
Kafka come saprete è tutta un’altra storia, “Il Processo” è un romanzo vero e proprio. Mistero, angoscia, dubbi, inquietudine, impotenza, l’ineluttabilità di un fato già scritto, di un destino che non dipende in minima parte da noi. Una città opprimente, che attanaglia, che stringe la presa, l’imperscrutabilità di una burocrazia che non lascia andare.
“Praga non ci lascia, questa mammina ha gli artigli”, scriveva Kafka in una lettera.
Nel romanzo Praga non viene mai nominata, ma è lì che fa da sfondo, come nelle altre maggiori opere di Kafka, testimone delle vicende nebbiose del nostro Josef K.
Praga si rivela maggiormente nel finale, durante un colloquio in una certa chiesa che dalla descrizione possiamo associare alla Cattedrale di San Vito, all’ultima passeggiata di K. che cammina su di un certo ponte, il famoso Ponte Carlo.
La vita di Kafka è inestricabilmente legata a quella di Praga. Per questo in città è possibile fare un tour dei luoghi in cui Kafka ha vissuto, studiato e lavorato. E vuoi andare a Praga a conoscere i luoghi di Kafka senza aver mai letto un suo libro?
Le fotografie di Josef Sudek
L’altra ispirazione per un viaggio a Praga sono sicuramente le foto di Josef Sudek. Conoscevo qualcosa di questo personaggio dopo aver visto le sue opere in un bell’articolo un paio d’anni fa, mai poi Banville nel suo libro me lo ha fatto riscoprire in una maniera ancora più intima e suggestiva.
Dopo aver conosciuto un po’ la sua storia non si può non apprezzare la sua opera ancora di più. Josef era un uomo piccolo, che durante la prima guerra mondiale aveva perso un braccio e che nella prima metà del ‘900 girava per la sua Praga con la grande camera sopra la spalla buona. Una vita difficile quella di Sudek, ma anche un uomo dal grande senso dell’umorismo, così ce lo descrive Banville.
Inutile adesso dire che parto per Praga con grandi aspettative, l’avete capito.
Sono pronta. Non vedo l’ora di esplorarla!
[…] è solo il podio. Vi ho già parlato dei libri che mi hanno fatto viaggiare in Marocco, a Praga, in Giordania, a Parigi e nei […]
[…] primo viaggetto dell’anno 2016 è stato quello a Praga e, come vi ho già detto, la città è stata assolutamente all’altezza delle mie aspettative, […]
Mai stato a Praga.
Allora te la consiglio vivamente!
Che carino questo articolo! Bello lasciarsi ispirare dalle pagine dei libri, anche a me capita spesso, ci si forma un’idea poetica di certi luoghi… Buona partenza per Praga! 🙂
Grazie mille, e purtroppo io sono già quasi di ritorno! 🙁
Che belle foto, accidenti! Devo andare a leggermi la storia di Sudek, quindi! Anche quando passeggerai per il Ponte Carlo o per le stradine della città vecchia noterai tantissimi artisti di strada che espongono fotografie, quadri e disegni meravigliosi!
Io sono abbastanza sicura che Praga non ti deluderà, a me almeno è piaciuta tantissimo e, nonostante sia stata una settimana intera, sento che avrebbe avuto molto altro da offrirmi! Tu quanto starai?
Grazie! Si, leggi di Sudek 🙂 Purtroppo io rimango poco…arrivo sabato nel primo pomeriggio e riparto martedì sempre nel primo pomeriggio!
Eeeh vabbè, avrai sicuramente tempo per vedere le cose più importanti…e poi comunque Praga rimane sempre lì 🙂
Infatti, itinerario fitto fitto! 🙂
Buon viaggio, Sara! Praga ispira tantissimo anche a me, l’ho già mentalmente inserita nei miei traveldreams 2017 😀
Grazie! Auguro anche a te di realizzarlo 😉