E’ in una giornata uggiosa e piovosa di aprile che torno con la mente al mio viaggio in Marocco.
Una giornata di primavera solo sul calendario , di quelle che ti lasciano una sensazione di vuoto sotto i piedi quando apri la finestra alla mattina perché quelle promesse di sole e di colori brillanti non sono lì ad aspettarti.
Qualcuno non ha mantenuto la sua parola.
Quella parola che il Marocco invece con me ha mantenuto.
Il sole caldo, l’umido, i miei capelli appiccicaticci, gli uomini pesanti e pressanti, le signore timorose, i veli che celano allo sguardo, le spezie e la mia bocca che si infiamma con la tajine a bollore appena cotta sotto lo sguardo delle mosche eternamente presenti.
Gli urli in una lingua quasi sconosciuta, la mia curiosità che si destava ad ogni angolo.
Io che da sola, solo inizialmente timorosa, macino chilometri, mi guardo intorno, sussurro un “La bas?!”.
Incontro e scontro. Di piedi, di culture, di sguardi profondi e di parole che non si comprendono.
E scoprire che in fondo invece basta poco per capirsi: un sorriso.
Quello di tante persone per bene curiose di scoprire uno straniero, quello della mia famiglia marocchina che mi ha accolto come una figlia, come una sorella nella loro casa. Quell’accoglienza genuina e disinteressata che mi ha fatto versare qualche lacrima appena ho varcato la soglia con il mio zaino sulle spalle diretta all’aeroporto.
Basta poco.
Basterebbe poco per mettersi nei panni degli altri, per comprendere l’altro, per accettare e condividere.
Perché ti penso oggi mio Marocco? Perché mi manca il piacere e il brivido della scoperta, dell’ignoto, dell’incertezza in questa vita di tutti i giorni fatta di sicurezze, di routine, di automatismi. Presente quando fai la strada di casa e arrivata non ti accorgi di come tu abbia fatto!? Mi manca drizzare le antenne e camminare vigile per cercarla quella strada di casa.
Mi sono aperta al mondo in un torrido settembre marocchino, scoprendo l’altro e scoprendo me stessa come mai avevo fatto a casa circondata dalla familiarità e dalle comodità di una vita bell’e pronta.
Auguro a tutti almeno una volta nella vita di lasciarvi travolgere così, senza difese.
Mi piace molto quando scrivi che basta poco, un sorriso, per capirsi. Viaggiare in posti nuovi e vedere la gente accoglierti e farti sentire come a casa è una sensazione molto intensa. 🙂
Si, è bellissimo sentirsi a casa in ogni parte del mondo! Penso che sia anche questo che ci appassioni tanto del viaggio…
E’ molto bello il tuo augurio. Ci sono paesi che ti travolgono, come il Marocco, e davvero trovo facile lasciarsi andare senza timori. Dovrebbe essere ovunque così, soprattutto in questo periodo. Dovrebbe essere ovunque casa.
Mi piace questa frase: “Dovrebbe essere ovunque casa”. E mi piace che nella mia mente sia davvero così 😉
Che bello…proprio si sente quanto il Marocco ti sia entrato dentro, quando tu ne sia rimasta colpita e ti sia lasciata rapire..
Si, davvero! E per fortuna che è abbastanza vicino…spero di poterci tornare non troppo tardi, anche solo per un weekend 😉