Se vi state chiedendo cosa visitare a Phnom Penh e soprattutto se e quanto valga la pena fermarsi nella capitale della Cambogia, qui voglio raccontarvi la mia esperienza con la città e le cose che sono riuscita a fare e vedere.
Quanto stare a Phnom Penh
Quando vi trovate ad organizzare un viaggio in Cambogia e stilare il vostro itinerario vi porrete sicuramente questa domanda. Phnom Penh è la capitale della Cambogia, una città storicamente importante per le vicende di tutta l’Indocina, ma vale la pena vederla? E se sì, quanto tempo? Avevo sentito varie opinioni sulla città e la maggior parte di queste dicevano la stessa cosa: un giorno, massimo due bastano. Adesso al coro mi posso unire anche io. Per visitare a Phnom Penh le cose più importanti, se organizzate bene, vi può bastare addirittura un giorno solo. Se come la maggior parte dei turisti anche voi non disponete di chissà quanto tempo da trascorrere in viaggio in Cambogia, è sicuramente meglio soffermarsi di più ad Angkor per visitare i templi, godersi Siem Reap, oppure aggiungere qualche giorno di mare o avventurarsi nella giungla.
Sicurezza Phnom Penh
Uno dei motivi per cui vi dico che può bastare anche un solo giorno per visitare Phnom Penh è anche a causa della questione sicurezza. Mi aveva avvisato chi c’era già stato, ma anche appena arrivata in città chiunque incontrassi (dalla host della guest house, al driver del tuk tuk) mi diceva subito: “metti dentro macchina fotografica e telefono, non girare tenendoli in mano. Tirali fuori solo quando ti fermi e rimettili via”. Ecco, questi avvertimenti dati prima ancora che effettivamente iniziassi a girare la città hanno certamente fatto effetto su di me e sul modo con il quale mi sono approcciata a Phnom Penh. Il primo giorno ho davvero camminato per le strade con un po’ di disagio e intimorita; mi ci sono voluti un paio di giorni per sciogliermi e prendere confidenza con la città. Ma oltre agli avvertimenti, qual è stata effettivamente la mia esperienza con la sicurezza a Phnom Penh? Devo dire che non mi è successo niente di negativo, ma in effetti la sensazione che ho respirato non è certamente quella vissuta a Battambang o Siem Reap. Nelle tappe precedenti mi sono sempre sentita a mio agio, anche la sera, a girare con macchina fotografica e smartphone in bella vista, da sola. A Phnom Penh, invece, c’è un caos tale che devi avere mille occhi. Il traffico è allucinante, i marciapiedi sono invasi da banchini oppure direttamente da auto e motorini parcheggiati e quindi devi letteralmente camminare in mezzo alla strada con mezzi di ogni tipo che ti sfrecciano accanto. Infatti, il pericolo, di solito, è proprio quello che ti venga strappato il telefono dai motorini che passano. Rispetto alle città visitate prima in Cambogia, infatti, qui ho notato fra la popolazione situazioni di maggior “disagio” che hanno contribuito a farmi sentire meno sicura.
Del resto ha contribuito probabilmente anche il fatto che viaggiando in bassa stagione, i turisti che camminavano per la città li ho potuti contare sulle dita di una mano. Principalmente ho visto turisti stranieri muoversi con tour organizzati e che venivano lasciati dai pullman di fronte alle maggiori attrazioni per poi risalire sopra.
Detto questo, anche se non è nata certo un’intesa con questa città, dal secondo giorno mi sono mossa con più sicurezza e ho tenuto il telefono attaccato al collo, quasi sempre, senza che mi succedesse niente. Ci tengo sempre a dire che questo è il racconto della mia esperienza, soggettiva, e non La Verità sulla città.
Cosa vedere a Phnom Penh
Perché dico che può essere sufficiente un giorno per visitare Phnom Penh? Penso che le cose da vedere a Phnom Penh, dal mio punto di vista, siano essenzialmente tre:
- Palazzo Reale
- ex prigione S-21 (Tuol Sleng)
- killing fields (Choeung Ek)
Il Palazzo Reale è un complesso che si può visitare quasi esclusivamente solo dall’esterno, ad eccezione di un paio di sale. Qui infatti risiede ancora ufficialmente la famiglia reale. Il complesso è molto bello, ne vale la pena se vi trovate a Phnom Penh, ma se avete già visto altri palazzi simili in Asia (come il Grand Palace a Bangkok) forse rimarrete delusi.
L’ex prigione Tuol Sleng e i killing fields sono stati, invece, per me forse il motivo principale per cui ci tenevo a visitare Phnom Penh. Questi due luoghi vengono solitamente riuniti in unico tour che prende mezza giornata; la prigione si trova in città, mentre i killing fields circa 12 km fuori. I due siti sono l’emblema più importante del regime dei khmer rossi che ha imperversato in Cambogia – uccidendo milioni di cittadini – tra il 1975 e il 1979. La prigione, denominata anche S-21, poco dopo la sua chiusura è stata trasformata in museo dedicato al ricordo delle vittime. Qui si possono visitare le celle originali ed esposizioni con pitture che raffigurano quello che succedeva dentro; centinaia e centinaia di fotografie di riconoscimento scattate ai prigionieri appena entravano e anche vestiti e proprietà ritrovati quando i vietnamiti liberarono il paese dalla dittatura. I sopravvissuti a Tuol Sleng sono solo 12 (di cui 5 bambini); due dei più anziani – gli unici ancora in vita – e uno dei cinque “bambini” si trovano sul sito con le copie dei loro libri di memorie. Dove sono finiti tutti gli altri? Dopo torture e violenze indicibili tutti erano destinati alla morte. Ecco che i prigionieri venivano portati in quelli che sono passati alla storia come killing fields; fondamentalmente il sito è una grande fossa comune. I killing fields di Phnom Penh sono i più famosi del paese, ma come mi diceva una guida che ho avuto a Battamang: “qui in Cambogia ogni campo di riso è un killing field”. A testimoniare il fatto che i milioni di cambogiani morti sotto la dittatura si trovano sepolti ovunque in campagna.
La storia del genocidio del popolo cambogiano è una storia complessa e drammatica che si trascina fino ad oggi. In un post precedente ho raccolto alcuni libri sulla Cambogia da leggere per conoscere meglio cos’è successo in quegli anni.
I due siti possono essere visitati autonomamente e sul posto potete noleggiare un’audioguida. Io ho preferito partecipare a un tour guidato, prenotato chiedendo direttamente al mio alloggio a Phnom Penh; questo perché avrei comunque dovuto pensare allo spostamento fuori città verso i killing fields. Per darvi un riferimento, ho pagato il tour di mezza giornata $20, esclusi gli ingressi. Questi vengono 3$ per i killing fields se si arriva con la guida (altrimenti 6$ + audioguida); mentre a Tuol Sleng l’ingresso viene 5$ per chi arriva con la guida e 10$ con audioguida se si arriva da soli.
Altre cose da vedere a Phnom Penh
Detto che le cose citate sopra sono il minimo indispensabile da fare a Phnom Penh, visto che io ormai avevo preventivato di trattenermi di più ho anche visitato altro, tra cui:
- Wat Phnom (il tempio più importante della città)
- Wat Ounalom
- Kendal Market (molto local e per niente turistico)
- passeggiata lungo il Mekong
- Russian Market
- Golden Temple + tour a Koh Dach (isola della seta)
- Central Market
Cosa fare a Phnom Penh
Visto che avevo tempo, ho pensato che questi giorni a Phnom Penh fossero perfetti per partecipare a qualche tour organizzato, per fare esperienze un po’ diverse e conoscere persone.
Ecco allora alcune esperienze a Phnom Penh che potreste fare:
- tour al tramonto con giro in battello sul Mekong. Visto che era vicino a dove alloggiavo, ho prenotato questo tour ($6) presso l’ostello Mad Monkey e mi sono trovata molto bene; potete anche prenotare online. Il tour comprende una passeggiata lungo il Mekong, andata e ritorno con battello sul fiume (circa una ventina di minuti), una sosta per una birra e un’altra sosta per mangiare insetti e animaletti vari per strada! Se invece durante la vostra permanenza in città volete fare il giro in battello da soli, potete andare presso il molo “Kampong Chamlong Phnom Penh Areiy Ksatr” dove i traghetti partono ad ogni ora per $1,25 a/r.
- Tour Koh Dach, isola della seta: tour di mezza giornata prenotato tramite Civitatis per €28,50. Ero da sola a partecipare a questo tour; il driver e la guida mi sono passati a prendere alle 7.30 e per prima cosa abbiamo visitato il Golden Temple. Un tempio fuori dal centro che non conoscevo e che mi ha lasciato a bocca aperta! Successivamente ci siamo imbarcati per l’isola della seta che si trova in mezzo al Mekong e qui ci siamo trattenuti facendo una passeggiata per il mercato locale e per la campagna. Abbiamo di nuovo preso il traghetto verso l’altra sponda della città e qui abbiamo visitato una produzione locale di seta e cotone che ci ha accolto con un bel banchetto di frutta.
- Lezione di yoga: non sono assidua praticante di questa disciplina, ma mi sembrava un modo per far finta di vivere la città come se fossi una persona del posto e non una turista. Ho semplicemente cercato su Google un centro yoga a Phnom Penh e scelto quello più vicino al mio alloggio. In questo centro la lezione può essere prenotata online e pagata ($8) direttamente sul posto. È stata un’esperienza bellissima: il nostro insegnante mi è piaciuto molto e a seguire la lezione eravamo solo in cinque ragazze.
- Cooking class: anche questa lezione l’ho prenotata tramite l’ostello Mad Monkey per $35. Eravamo solo io e un’altra ragazza e siamo state accolte con molto calore nell’hotel che ospita il ristorante dove avremmo partecipato alla lezione. Per prima cosa ci è stata consegnata la lista della spesa e una delle aiuto cuoche ci ha accompagnato al mercato locale a comprare tutti gli ingredienti. Una volta rientrate ci siamo sistemate in cucina e insieme abbiamo preparato quello che poi è stato il nostro pranzo di tre portate. Ovviamente un menù khmer. Un’esperienza anche questa bellissima che vi consiglio per fare qualcosa di alternativo durante la vostra visita a Phnom Penh, se avete tempo.
Dove mangiare a Phnom Penh
Ecco alcuni luoghi che posso consigliarvi su dove mangiare a Phnom Penh:
- Rosemary’s Bakery: caffetteria dove poter fare colazione con pasta e cappuccino.
- David’s Noodles: i più famosi noodles della città con lo chef che li prepara a vista.
- Bassac Lane: una stretta via piena di ristoranti e locali che si anima alla sera.
- Sacred Lotus: ristorante vegano vicino al Russian Market.
- Yummy Corner: ristorante dove con $4 si può pranzare a buffet assaggiando tutte specialità locali.
- Wild: ristorante con bel giardino (già provato a Siem Reap) specializzato in spring rolls (sublimi!).
Dove dormire a Phnom Penh
Mi sento di consigliarvi Villa Papillon per dormire a Phnom Penh perché si tratta sì di un alloggio semplice, ma che per me ha rappresentato una piccola oasi di pace in mezzo al trambusto di questa città. L’alloggio ha una veranda molto carina e comoda, la colazione è servita all’aperto sotto una tettoia e Kathy è sempre disponibile per prepararvi uno smoothie. La colazione è un po’ cara per quello che offre, mi sento di fare questo appunto. Per il resto, mi sono trovata bene, l’ambiente è intimo e le ragazze che collaborano sono tutte carine e pronte a fare conoscenza. Per una camera matrimoniale con colazione, 3 notti, ho speso $51,84.
Spero di esservi stata utile raccontandovi in sincerità la mia esperienza Phnom Penh. Raccontatemi la vostra!