Una volta deciso che avrei passato 5 giorni in Val Venosta non potevo non inserire nel mio itinerario anche il Lago di Resia, a Curon, con il suo ormai famoso campanile sommerso.
Curon Venosta
Curon Venosta si trova nell’Alta Venosta, nei pressi del Passo Resia, ai piedi della Vallelunga – dove vi consiglio di fare un’escursione a piedi. Il piccolo comune si trova al confine con l’Austria e la Svizzera. Quella che conosciamo oggi è la Curon nuova, che si trova sparsa sulle sponde appunto del lago di Resia. La Curon vecchia, invece, è il vecchio comune montano che oggi si trova sotto le acque del lago. Ma qual è la storia del campanile del Lago di Resia? Qual è la sua origine?
Lago di Resia: storia del campanile sommerso
Il campanile sommerso di Curon, per quanto oggi sia così affascinante e fotogenico, nasce da una storia triste e per niente edificante.
Già da fine ‘800 si erano alternati progetti che prevedevano l’innalzamento del livello del Lago di Resia per la costruzione di un bacino artificiale per la produzione di energia elettrica.
Fino alla metà del ‘900 in questa zona si trovavano 3 laghi: il lago di San Valentino, il lago di Curon e quello di Resia più a nord. Durante il periodo fascista venne pianificata l’unione dei due bacini più a nord tramite la costruzione di una diga che avrebbe sommerso Curon e una parte di Resia. Nel 1939 lo Stato concesse l’opera al consorzio “Montecatini”.
Durante lo studio e la realizzazione di questo progetto però la popolazione di Curon e Resia venne trascurata, non coinvolta o interpellata. Durante un periodo già complicato, come quello del processo di italianizzazione del Sud Tirolo, la popolazione venne informata della realizzazione dell’opera con un avviso scritto in italiano ed esposto in paese per soli sei giorni. Nessuno notò l’avviso e il commissario per i lavori riferì che non c’era nessuna obiezione da parte della popolazione e che quindi i lavori potevano continuare.
I lavori iniziarono nonostante le proteste, ma con l’inizio della seconda guerra mondiale il progetto fu temporaneamente abbandonato e gli abitanti di Curon credettero ingenuamente che il progetto del bacino artificiale non si sarebbe più realizzato.
Nel 1947 però la “Montecatini”, inaspettatamente, annunciò il proseguimento del progetto. Ormai nell’estate del 1950 era tutto pronto: 677 ettari di terreno furono sommersi senza lasciare scelta agli abitanti di Curon che vennero all’improvviso sfollati dovendo abbandonare le loro case e l’unica vita che fino a quel momento avevano conosciuto, senza potersi guardare indietro. Gli abitanti – per lo più contadini – che non riuscirono a trasferirsi in tempo in altri paesi, furono sistemati in delle baracche di fortuna costruite di fretta ai piedi della Vallelunga.
Curon venne dunque fatta saltare in aria con gli esplosivi, ad eccezione del campanile romanico: questo infatti riuscì a salvarsi perché sotto tutela dei beni culturali, in quanto risalente al trecento. La chiesa, invece, era successiva perché costruita tra il 1832 e il 1838.
Lago di Resia e Curon Venosta oggi
Nonostante tutte le ferite ancora oggi non guarite, con varie conseguenze disastrose per il territorio che questa diga ha portato, oggi il Lago di Resia e Curon vivono sicuramente un momento fortunato dal punto di vista turistico.
Il campanile sommerso del Lago di Resia è incredibile da vedere con i colori dell’estate, ma forse ancora di più d’inverno quando il lago è ricoperto di neve. Oltre alle passeggiate d’estate nella pittoresca Vallelunga, d’inverno il Passo Resia è molto frequentato: con Belpiano e Malga S. Valentino che rappresentano due comprensori sciistici importanti nei pressi di Curon.
Conoscevate la storia del famoso campanile sommerso del Lago di Resia?
Due spunti per sapere qualcosa in più e rivivere quest’ambientazione: il libro “Resto qui” di Marco Balzano e la serie Netflix “Curon”.
Ne ho sentito parlare tantissimo! Vorrei tanto andarci!
Se passi nei dintorni, merita!