In questa strana estate 2020 mi sono trovata ad organizzare le vacanze in Alto Adige: una breve fuga di 5 giorni nella Val Venosta. Escursioni lontano dalla confusione e visite che mi hanno stupito.
Non sapevo proprio niente di questa zona, così come poco conosco in generale il Trentino dove ho trascorso solo un weekend qualche anno fa. La scelta alla fine è ricaduta sulla Val Venosta, e con il senno di poi sono proprio contenta. Vedendo le migliaia di foto delle Dolomiti, delle Tre Cime di Lavaredo e del Lago di Braies che quest’estate hanno imperversato sui social, sono grata di aver scelto questa bella zona lontana dalla confusione. Complice anche la sveglia del mattino, non settata mai dopo le 7, abbiamo potuto godere anche dei luoghi più famosi della Val Venosta in grande tranquillità.
Considerato che in 5 giorni non ho potuto certo vedere tutto, ecco l’itinerario delle mie vacanze in Val Venosta: escursioni, borghi, laghi e molto altro.
Val Venosta escursioni
Durante le nostre giornate in Val Venosta abbiamo sempre dedicato più di mezza giornata a delle belle escursioni, camminate e trekking per godere dei migliori paesaggi… e finalmente fare anche un po’ di movimento.
Queste escursioni che ho fatto sono impegnative ma, con un po’ di impegno, fattibili anche da chi è fuori allenamento come me.
Ecco dove ho fatto le 3 principali escursioni in Val Venosta e dintorni.
Vallelunga
Inizio da quella che è stata la mia escursione in Val Venosta preferita.
Dopo aver velocemente visitato il Lago di Resia – di cui vi parlo più avanti – con il famoso campanile sommerso, seguendo le indicazioni siamo saliti in auto fino al parcheggio di Melago (1925m). Una volta qui, abbiamo scelto di percorrere il sentiero n.3 che in circa 2 ore e mezza ci ha condotti fino al Rifugio Pio XI (2542m). Da questo lato del Rio Carlino il percorso è caratterizzato da alpeggi, tanto verde e belle vedute. Una volta arrivati al rifugio invece godetevi la vista sul ghiacciaio della Vallelunga, o meglio, ciò che è rimasto del ghiacciaio. La cartellonistica fa capire bene quali sia la situazione e quanto il ghiacciaio si sia ridotto negli anni. Per scendere di nuovo al parcheggio di Melago noi abbiamo scelto di intraprendere sull’altro versante il sentiero glaciologico, quello appunto lungo il crinale dove un tempo scendeva il ghiacciaio. Questo sentiero, al contrario del numero 3 fatto per la salita, è caratterizzato da un ambiente decisamente diverso: terreno roccioso, quasi assenza di vegetazione e il fragoroso rumore del torrente che impetuoso scende giù. Per la discesa abbiamo impiegato poco meno di 2 ore.
Il sentiero glaciologico è più impegnativo del numero 3 o del numero 2, ma potete percorrerlo anche solo in parte: per scendere dal Rifugio Pio XI come abbiamo fatto noi, oppure per salire fino al ghiacciaio dall’altezza del rifugio e poi scendere a valle deviando poi per un sentiero più semplice.
Val Martello
Questa valle si trova all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio e si trovava a due passi dal paesino in cui soggiornavamo – Coldrano. Viste le minacce di brutto tempo con le quali il meteo ci ha fatto invano preoccupare per tutti e 5 giorni, abbiamo deciso di scegliere questo posto per la vicinanza… senza però prepararci molto. Senza internet, perché lassù non prendeva, una volta arrivati al punto di partenza dei sentieri ne abbiamo scelto uno a caso e siamo partiti.
Non vi consiglio la prima parte che abbiamo fatto perché quasi completamente nel bosco, se si esclude la vista sul sottostante Lago di Gioveretto e sullo Stelvio. Una volta usciti dal bosco ci siamo però trovati non lontani dall’ex hotel Paradiso, punto di partenza per il sentiero dell’avventura nella gola del torrente. Lungo questo percorso è possibile ammirare l’impetuoso scorrere delle acque, le cascate e i panorami circostanti, da 4 punti molto particolari – e ben segnalati: si tratta di installazioni in acciaio dalle diverse forme. Troverete per prima “la cazzuola”, poi “la falce”, poi “il pulpito” e infine il “ponte sospeso”. Una volta arrivati al ponte in lontananza scorgerete già il Rifugio Nino Corsi a 2.265m; una breve passeggiata e potrete rifocillarvi qui con dei tipici canederli.
Val Senales
Sempre per paura del maltempo non ci siamo mossi troppo e all’ultimo abbiamo deciso di raggiungere la Val Senales che dista da Coldrano circa mezz’ora. Lungo la strada sosta fotografica all’azzurro Lago di Vernago, che non ha niente da invidiare ai laghi più famosi. Raggiungiamo poi Maso Corto (2011 m) e da qui intraprendiamo il sentiero il sentiero 4 che entra nel bosco. Attraversato il rio Lazaun sul ponticello di legno, imbocchiamo il sentiero numero 14 che arriva fino alla malga Bergl (2214m). Il sentiero è tranquillo, adatto anche ai più piccoli, nonostante un po’ di salite ripide.
In questa escursione quello che vale veramente la pena è l’arrivo: Bergl Alm sembra proprio uscita da una fiaba. La malga è curata nei minimi dettagli, anche se non vi scappa perfino il bagno merita una visita. Come non prendere una bella fetta di strudel godendosi il panorama e un po’ di relax!?
Una volta tornati a Maso Corto siamo saliti con la funivia fino alla piattaforma panoramica dell’Iceman Ötzi Peak (3251m), a pochi metri da dove nel 1991 fu ritrovata la famosa mummia del Similaun. Da quassù si gode di una bella vista sul ghiacciaio della Val Senales e potete rifocillarvi nel bar a più alta quota d’Europa.
Altre cose da vedere in Val Venosta
Merano e i giardini Trauttmansdorff
Ovviamente non poteva mancare un giro veloce a Merano e nei dintorni. Vista la fila incredibile che abbiamo dovuto sopportare all’andata, abbiamo avuto un po’ meno tempo a disposizione di quello che avremmo voluto durante il primo giorno di vacanze in Val Venosta. Ma alla fine un paio d’ore in giro a Merano sono bastate, visto che eravamo già spossati dal caldo.
In città abbiamo semplicemente passeggiato lungo la riva del Passirio, passando per l’edificio liberty del Kurhaus – simbolo della Merano termale – e poi il Duomo e l’elegante e caratteristica Via dei Portici – a metà della quale si trova il Castello Principesco. Per una camminata panoramica e più bucolica vi consiglio di seguire le indicazioni per la passeggiata Tappeiner.
A pochi chilometri dal centro della città potete invece visitare i giardini Trauttmansdorff: orti botanici che coprono un’area di 12 ettari, fra laghi, cascate, installazione artistiche e percorsi multisensoriali e multimediali. Ve ne ho già parlato in maniera più esaustiva qui.
Lago di Resia
Tra le visite da non perdere in Val Venosta c’è sicuramente il famosissimo Lago di Resia a Curon, con il suo campanile sommerso. Questa tappa è perfetta da aggiungere, come accennato prima, all’escursione in Vallelunga.
Quello che potete fare al lago è semplicemente godervi una passeggiata lungo i percorsi che si aprono intorno, o fermarvi velocemente per due foto come abbiamo fatto noi. Ma quello che c’è di interessante qui, è la storia del campanile e di quello che successe alla vecchia Curon.
La storia del campanile sommerso del Lago di Resia risale a inizio anni cinquanta quando vennero completati i lavori per la costruzione di una grande diga che unì due dei tre bacini naturali del Passo Resia. I lavori necessitarono l’allagamento del vecchio paese di Curon; il tutto quasi all’insaputa dei poveri abitanti che vennero trascurati al momento della decisione e vennero informati tardivamente. Gli abitanti furono così costretti a scappare e abbandonare tutto nonostante le proteste. Essi crearono così la nuova Curon Venosta e una nuova vita. L’unico sopravvissuto al “disastro” fu appunto il campanile, risalente al 1357, che venne salvato grazie all’intervento dell’UNESCO.
Questa tragica storia viene ripercorsa nel locale Museo Alta Val Venosta, che racconta gli avvenimenti attraverso foto e oggetti di vita della popolazione.
Glorenza
Non lontano da Curon, scendendo di nuovo verso la zona di Merano, troviamo questo borgo particolare e tranquillo che merita assolutamente una visita.
Nonostante le sue dimensioni, già nel ‘200 Glorenza era diventata ricca per i floridi commerci dei quali beneficiava grazie alla sua posizione privilegiata: tra Austria, Lombardia e Svizzera. È solo però dopo essere stata distrutta dalle truppe elvetiche che Ferdinando I d’Asburgo fece costruire nel 1580 le mura che oggi rimangono intatte e custodiscono il borgo.
Una visita al borgo vi porterà via davvero poco tempo, ma vale la pena curiosare in ogni viuzza: non perdetevi Via dei Portici e il ponte sull’Adige, al di là del quale si trova la chiesetta romanica di San Pancrazio.
Passo dello Stelvio e Bormio
Un po’ più lontano, l’ultimo giorno prima di scendere di nuovo verso la Toscana abbiamo allungato il rientro passando dal valico più alto d’Italia – e secondo d’Europa: il Passo dello Stelvio, appunto. Il ghiacciaio dello Stelvio, circondato dalle imponenti cime dell’Ortles Cevedale, offre la più estesa area sciistica estiva delle Alpi. Ma la caratteristica più famosa che rende questo passo un must è la strada tortuosa che conta 48 tornanti prima di raggiungere la cima (2758m), dove si apre un bellissimo panorama. A volere e realizzare (in soli tre anni) questa strada fu l’imperatore Francesco I d’Austria agli inizi dell’800: lo scopo era quello di collegare la Val Venosta con Milano (al tempo territorio austriaco) attraverso la Valtellina.
Una volta finiti i tornanti salite fino al bar che si trova letteralmente sul cucuzzolo della montagna e qui scegliete un sentiero o fate una semplice passeggiata per godervi la vista sulle montagne circostanti. Quassù, attraverso la cartellonistica presente, potete imparare qualcosa in più sulla I Guerra Mondiale e percorrere alcuni sentieri dedicati. Foto e descrizioni ci lasciano solo intuire la tragedia che fu questa guerra e a quali difficoltà e fatiche andavano incontro i soldati che combattevano a queste altezze più di cento anni fa.
Un consiglio: arrivate qui la mattina presto (massimo 9:30) se volete godervi un po’ di pace; dalle 11 in poi c’era una bella confusione che vorrete evitare volentieri!
Invece di percorrere la stessa strada per tornare indietro, noi siamo poi scesi dall’altro parte fino a raggiungere Bormio per una veloce visita.
Questo è quello che sono riuscita a vedere io in 5 nelle mie vacanze in Val Venosta: escursioni rigeneranti, borghi e laghi dall’atmosfera fiabesca. Una zona del Trentino che dovreste assolutamente prendere in considerazione per una prossima fuga!
È vero che il lago di Resia è stato svuotato per cui non è visitabile?
salve, io ci sono stata 3 anni fa. Da quello che leggo su internet vedo che è stato prosciugato per dei lavori; quindi non è che non si possa visitare, è che non c’è l’acqua… quindi magari non ne vale la pena in questo momento.
[…] Percorrere la strada dello Stelvio è un must per chi si trova a visitare la Val Venosta. […]
[…] volta deciso che avrei passato 5 giorni in Val Venosta non potevo non inserire nel mio itinerario anche il Lago di Resia, a Curon, con il suo ormai famoso […]